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La Biblioteca “Michele Leoni” e la sua storia

Le origini della biblioteca comunale risalgono al 1868.
L’istituzione fu tra le prime che sorsero in tutta la penisola sull’esempio della città di Prato dove, nel 1861, venne istituita la prima Biblioteca circolante. Alcuni benemeriti cittadini di Borgo San Donnino decisero di pubblicare un avviso invitando tutta la cittadinanza a donare libri e denaro. In breve si raccolsero circa 700 volumi e così il 20 novembre 1868 i 44 soci fondatori votarono un ordine del giorno con cui si autorizzò la cessione dei libri e delle somme raccolte al Comune che ne divenne proprietario. Il Comune aveva nel frattempo favorito l’iniziativa chiedendo al governo la cessione dei libri esistenti nella biblioteca del soppresso Convento dei Padri Cappuccini, cessione che venne accordata con la clausola che il Comune stanziasse in bilancio ogni anno una somma per la conservazione e l’ampliamento del fondo librario. Dagli inventari dell’epoca si deduce che il numero delle opere provenienti dalla biblioteca dei Cappuccini fu di 502 unità in 1519 volumi, alcuni dei quali di notevole pregio, alcune Cinquecentine e incunaboli ornati di pregevoli incisioni. Il patrimonio librario fu negli anni arricchito da numerosi lasciti. La storia della biblioteca è costellata di riconoscimenti per l’attività svolta che culminarono nel 1901 con l’assegnazione del premio Umberto I.

Durante la seconda guerra mondiale la biblioteca subì gravi danni in seguito ai bombardamenti che colpirono Fidenza nel maggio del 1944. Negli anni della ricostruzione fu collocata provvisoriamente in alcuni locali delle scuole elementari e successivamente al secondo piano del palazzo Porcellini, dove l’istituzione rimase fino all’anno dell’inaugurazione dell’attuale sede, nei ristrutturati locali dell’ex convento delle madri Orsoline.

MICHELE LEONI

Nacque a Fidenza il 5 marzo 1776 e si trasferì a Parma, allora capitale del ducato, per il completamento degli studi, laureandosi a diciannove anni in filosofia. Trovò lavoro presso una azienda commerciale continuando nel contempo gli studi e diventando in breve tempo profondo conoscitore di greco, latino, inglese francese e tedesco. In questo gli fu di stimolo il clima intellettuale europeo che si respirava a Parma, sede dei duchi don Filippo e poi don Ferdinando di Borbone. Con la morte di don Ferdinando (1802) il ducato passò sotto la dominazione francese e a questo punto il Leoni si trasferì a Milano, nel 1806. Milano era all’epoca un focolaio ardentissimo di passioni politiche e un cenacolo di studi e attività artistiche culturali e letterarie.. Leoni divenne amico di Ugo Foscolo, Pietro Giordani e tradusse i Canti di Ossian di Macpherson, che conteneva tutte le tematiche care ai romantici. Tradusse anche il Paradiso Perduto di Milton, e molte tragedie di Shakespeare. Dopo il Congresso di Vienna decise di fare ritorno a Parma, passata sotto la reggenza di Maria Luigia. Qui nel 1819 incontrò la duchessa e il marito conte Neipperg, che gli promisero la cattedra di letteratura italiana all’Università di Parma. Finalmente tranquillo si dedicò sia a comporre carmi, odi, elegie, e studi critici su scrittori quali Machiavelli, Foscolo, Leopardi, Pietro Giordani e Manzoni.  Ma la parte più copiosa della sua attività fu senza dubbio la lunga serie di traduzioni, dall’Iliade di Omero, ai Poemi di Esiodo, alle Bucoliche di Virgilio, e poi tradusse Hume, Schiller, e La Martine tra i moderni. Negli ultimi anni di vita si avvicinò agli ideali mazziniani. Morì a 82 anni nel l858.

Pubblicato: 04 Luglio 2002Ultima modifica: 18 Novembre 2020