Riparte il percorso educativo che promuove l’integrazione dei disabili coinvolgendo le scuole
Fidenza, 16 febbraio 2016 – Riparte il progetto “Calamaio”, che si propone di contribuire alla presa di coscienza dei bambini e degli adulti attraverso l’incontro/confronto con l’alterità. Attraverso il dialogo e l’incontro il progetto mira a stimolare lo sviluppo di un’identità critica, della coscienza di sé e dell’altro, dell’accettazione del proprio essere.
Il progetto è realizzato dal Comune di Fidenza, dalla Cooperativa sociale Arcobaleno, dalla Cooperativa sociale Eidé e dall’Associazione Fuori di Teatro, in collaborazioen con le scuole cittadine.
“Il progetto Calamaio è un’opportunità di crescita per i bambini e i ragazzi delle nostre scuole. L’incontro con la diversità diventa uno stimolo per conoscere se stessi, con i propri limiti e le proprie doti. E’ un importante strumento di riflessione che aiuta i partecipanti a sviluppare una cultura della diversità, intesa come risorsa, che superi lo stereotipo e il pregiudizio e favorisca quei processi di integrazione e di rispetto che devono essere alla base della società civile”, spiega il vicesindaco con delega alla Scuola, Alessia Gruzza.
Per l’anno scolastico 2015-2016 il progetto coinvolgerà la scuola dell’infanzia (rivolgendosi ai bambini di 5 anni), la scuola primaria e la scuola secondaria di 1° grado e il titolo sarà “Felici di avere dei difetti”.
Gli obiettivi saranno lo sviluppo della conoscenza di sé e dei propri limiti e la scoperta delle risorse per diventare felici di se stessi. Attraverso l’incontro con la diversità, i bambini e i ragazzi si potranno confrontare con la propria persona. L’altro, diverso, aiuta a ridimensionare il proprio egocentrismo e a comprendere che difetti per noi insuperabili sono nulla rispetto alle risorse che possiamo mettere in campo.
L’incontro/confronto con la diversità avverrà tramite il linguaggio filmico, della narrazione e dell’illustrazione ma anche attraverso l’incontro diretto con persone “differenti” per abilità, aspetto esteriore, modo di esprimersi, tempi e ritmi di vita. Questa differenza sarà per i ragazzi il paradigma della presunta normalità e sarà il motore che li spingerà a interrogarsi sul ruolo che loro possono avere nel favorire l’integrazione e l’inclusione, e su come valorizzare l’altro per ciò che è come persona.