Quando la terra buona diventa vaccino per l’ambiente

Cos’hanno in comune le tre grandi vasche in programma per la difesa idraulica di Fidenza con le bonifiche ambientali condotte tra San Nicomede e via Marconi?

Molto. Anzi: moltissimo.

Sono opere pubbliche pensate per la protezione dell’ambiente, della sicurezza dei fidentini e per la loro qualità della vita.

Hanno così tanto in comune che la terra agricola – quindi buona, buonissima – che verrà scavata per realizzare le vasche che dovranno contenere le piene e la forza delle acque servirà per guarire le ferite aperte nel suolo per ripulire i siti che un tempo producevano veleni. Stanno per tornare i prati dove fino a pochi anni fa c’era un paesaggio lunare fatto di tubi, impianti, cisterne e devastazione”, spiega il Sindaco Andrea Massari, rivelando l’operazione ambientale che inizierà nei prossimi giorni.

Siti che si chiamano San Nicomede, dove sorgeva l’inceneritore dei rifiuti con lo stoccaggio delle sue ceneri. E poi Ex Cip ed ex Carbochimica, le due maxi aree a due passi dal cuore di Fidenza. La prima, chiusa nel 1973, era chiamata dai fidentini “fabbrica della morte”. La seconda, chiusa nel 2004, produceva palline di naftalina e derivati. Solo in questi due cantieri sono state smaltite 192.846 tonnellate di rifiuti, con scavi fino a 12 metri di profondità per la rimozione degli inquinanti e l’installazione di una barriera idraulica da 13 pozzi (ad una profondità di 26 metri) per la protezione delle falde e per bloccare l’espansione della contaminazione.

Tutti luoghi in cui l’uomo ha fatto danni enormi e che oggi, passo dopo passo, si sono trasformati da disastro in opportunità di riuso. Di rigenerazione. Così tanto che qui è venuta ad investire anche la Commissione europea, per esportare da Fidenza verso la Francia e la Spagna le tecniche di bonifica più avanzate e sostenibili – commenta Franco Amigoni, assessore all’Ambiente –.Ecco perché è così importante non sprecare un solo metro cubo della terra scavata per le vasche di laminazione: si completa anche così un circuito virtuoso che contribuisce a rendere l’avventura delle bonifiche una delle vicende di cui ogni fidentino può andare orgoglioso. Davvero non capita spesso in questo Paese la storia di un piccolo Comune che, anziché girarsi dall’altra parte, sceglie di cambiare tutto e di avviare un intervento su più aree, coinvolgendo la Regione e più Governi con un volume di investimenti che sin qui ha toccato 30 milioni di euro”.

MIGLIAIA DI METRI CUBI DI TERRA PER CHIUDERE FERITE A 8 METRI DI PROFONDITÀ’

La prima delle tre vasche per la sicurezza idraulica si inizierà a realizzare la prossima settimana, per contenere le acque del Rovacchiotto. Per dare un riferimento geografico, si tratta della zona in cui sorge l’azienda Stef. Un intervento effettuato dalla Regione e che porterà alla rimozione di ben ben 12.000 mc di terreno pulito.

Di questi, 2.500 mc arriveranno alla ex Cip, dalla quale sono state smaltite oltre 108.000 tonnellate di rifiuti, rimossi 8.000 mc di suolo contaminato e rigenerati altri 14.000 mc di terreno grazie all’utilizzo delle biopile. Le enormi buche che costellano il cantiere spiegano meglio delle parole la battaglia condotta per riaffermare il primato dell’ambiente. Ben 6.600 mc, ovvero un’altra parte consistente dei terreni della prima vasca di laminazione finiranno, invece, a San Nicomede, per riempire l’enorme scavo sull’area dove sorgeva il forno inceneritore – qui sono state rimosse 1.590 tonnellate di suolo inquinato – e per sistemare definitivamente l’area di stoccaggio delle ceneri.

E questo è solo l’inizio – conclude Amigoni –. Con le altre due vasche di laminazione presentate pochi giorni fa dal Vicesindaco Davide Malvisi, i cui lavori saranno affidati alle imprese entro la fine del 2021, ricaveremo altro terreno per le bonifiche ambientali”.

Pubblicato: 14 Aprile 2021