La lezione del professor Arturo Carlo Quintavalle ha animato venerdì 14 novembre, nella Chiesa Oratorio di San Giorgio, l’ultimo appuntamento della Festa Internazionale della Storia 2025. All’appuntamento dal titolo Dominus Urbisin, che si è svolto in dialogo con Paolo Barbaro, ha assistito un pubblico molto numeroso che ha ascoltato quanto proposto dal professore che ha affermato come Fidenza, Borgo San Donnino, nel Medioevo fosse importante quanto Parma.
Quintavalle ha quindi sottolineato gli elementi che ha considerato per delineare la sua interpretazione sui sette bassorilievi collocati nel Catino absidale e, in primo luogo, gli arredi interni che implicano percorsi, modi di fruizione degli spazi, in luoghi dove ancora oggi si legge il Vangelo.
Così il professore Arturo Carlo Quintavalle ha aperto la conferenza Il portale sotto i mostri occhi. “Con la sapienza che lo connota il professore ha dissertato sul Cristo Pantocratore e i simboli evangelici murati nella zona absidale del duomo di Fidenza – ha evidenziato la vicesindaca con delega alla Cultura Maria Pia Bariggi – aggiungendo nuovi elementi conoscitivi alla nostra Cattedrale”. Procedendo per analogie, considerando la planimetria della Cattedrale, edificio costruito in tre tempi, in particolare con la zona absidale e la cripta aggiunte intorno al 1270, tenuto conto del percorso dei pellegrini, Quintavalle presenta la seguente ipotesi: le sculture dell’abside appartengono al grande portale sud della Cattedrale.
Smontate nel 1600, nel XIX secolo sono state collocate dove ora li ammiriamo. L’officina antelamica aveva scolpito per Borgo San Donnino un grande portale simile a quello del Battistero di Parma.
Le grandi sculture dell’Antelami – come la Madonna con il Bambino che era posta in origine sull’altare – ed i portali parlano ai pellegrini…secoli fa come oggi.

Secondo il professor Arturo Carlo Quintavalle emerge chiaramente che il cantiere storico-artistico della cattedrale di Fidenza istoriata da Antelami e dalla sua officina è in stretta connessione con le grandi officine del romanico padano.
Quintavalle interpreta le sculture absidali — tra cui il Cristo Pantocratore e i simboli degli Evangelisti — non come semplici decorazioni tardive, ma come parte di un progetto iconografico coerente legato al portale sud.
Inoltre, Quintavalle sottolinea il valore simbolico e didattico di queste opere: la facciata scolpita dall’officina antelamica non è solo ornamento, ma un vero “libro di pietra” per i pellegrini, in cui episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento, insieme alla passio di San Donnino, raccontano la storia della salvezza in un linguaggio visivo profondamente meditato.
Infine, nella sua visione più ampia del Medioevo come “racconto”, Quintavalle evidenzia che queste sculture non sono il frutto di semplici mani artigiane, ma di una “strategia culturale e comunicativa” promossa dai committenti ecclesiastici: l’arte non era solo decorazione, ma veicolo di un messaggio teologico e sociale, in cui l’iconografia antelamica dialoga con esperienze artistiche più antiche (come quelle di Wiligelmo) e con il contesto della Riforma Gregoriana.
L’architetto Barbara Zilocchi ha aggiunto alcuni importanti elementi compositivi relativi alla Fabbrica della Cattedrale.
Alla conferenza era presente Sua Eccellenza il Vescovo di Fidenza mons. Ovidio Vezzali che è intervenuto per ringraziare il prof. Quintavalle per il prezioso contributo e per sottolineare l’importanza del Duomo dedicato al martire Donnino.