Il gran lavoro dell’sos psicologico di Vaio, oltre 400 casi gestiti

Un mese fa l’Unità Operativa Complessa (Uoc, ndr) di Psicologia Clinica e di Comunità dell’Azienda Usl di Parma lanciava uno specifico servizio gratuito di consulenza, sostegno e presa in carico psicologica non solo per i ricoverati, i loro parenti e i familiari dei malati deceduti ma anche rivolto al personale medico e di comparto. Successivamente il servizio si è attivato anche per i genitori di bimbi che hanno affrontato il dramma di un lutto o di un periodo forzato lontano da mamma e papà per i meccanismi della quarantena.

CENTINAIA DI TELEFONATE RACCOLTE. TANTO IL LAVORO SUI PIÙ PICCOLI
A fianco del servizio di psicologia ospedaliera di Vaio un team dedicato di 12 psicologi e psicoterapeuti, di cui uno presente anche presso l’Ospedale di Borgotaro, interviene in stretta sinergia per una presa in carico delle persone più colpite, a volte anche di più membri di uno stesso nucleo familiare, per aiutarle ad affrontare questo momento di crisi e/o sostenerle nell’elaborazione di lutti complicati”, spiega la dottoressa Barbara Bruni, psicologa e coordinatrice del team.

Il servizio di psicologia è diventato sempre più richiesto, ben oltre quelli che erano gli obiettivi iniziali e “ancora di più oggi opera in sinergia con il personale e la direzione intervenendo con consulenze e trattamento psicologico accanto al letto del malato e con interventi di sostegno attraverso consulenze telefoniche ai familiari”.

Sono letteralmente diverse centinaia (oltre 400) le chiamate gestite fino ad oggi per una casistica infinita di storie, a cominciare dal lavoro condotto sui più piccoli, iniziato a Vaio e che da qui si è irradiato nel resto della provincia. Infatti, “alla luce di alcune richieste di sostegno alla genitorialità rispetto alla gestione della crisi e del lutto, ci siamo attivati per coinvolgere un altro team dedicato di psicologi-psicoterapeuti della NPIA (Neuropsichiatria Infantile Adolescenza, ndr) dell’Ausl”, prosegue la dottoressa Bruni.

ORA BASTA UNA E-MAIL PER PRENOTARE LA TELEFONATA

Per non lasciare indietro nessuno e rispondere a chi chiama e magari trova spesso occupata la linea, il team di psicologi e psicoterapeuti ha deciso di ampliare la fascia oraria di funzionamento del servizio (dalle ore 10 alle ore 15, dal lunedì al venerdì), portandolo a 25 ore la settimana, ben 10 ore in più. La grande novità è che ora si potrà prenotare la telefonata con psicologi e psicoterapeuti scrivendo anche una semplice e-mail all’indirizzo: psicologiaospedalieravaio@ausl.pr.it

Nella e-mail occorre indicare il proprio nome, cognome, il recapito telefonico a cui si desidera essere richiamati e spiegare brevemente il motivo per cui ci si rivolge al servizio, per permettere al team di poter prendere in carico la richiesta in raccordo con il personale dei reparti, al meglio, tempestivamente. Per chi vuole chiamare direttamente, invece, il numero è quello di sempre: 339.6860219.

Il servizio è partito con un obiettivo preciso trovando una galassia di storie differenti, intrecciate e lontane al tempo stesso. “Un’esperienza che ci ha permesso di arrivare oltre la restituzione di rispetto e di una dignità per un rituale mancato – racconta Bruni –. Abbiamo scoperto un senso di partecipazione e vicinanza alla sofferenza individuale e collettiva insita di questo momento. Un’unione che appare come un unico ponte che collega Ospedale e Comunità che lo circonda. Insieme ai colleghi e alle colleghe, che ringrazio per la dedizione con cui stanno affrontando il compito richiesto, abbiamo cercato di dare il massimo in ogni telefonata, in ogni storia che le famiglie ci hanno affidato. Storie di vita, storie di morte, storie di dolore e storie di sorrisi che sono ritornati. Noi ce la mettiamo tutta, ora con una semplice mail davvero potremmo essere ancora più vicini alle persone”.

IL RECUPERO PSICO-EMOTIVO-RELAZIONALE DEL PERSONALE SANITARIO

Il team combatte sul fronte per le famiglie e i cittadini e al tempo stesso deve lottare per il personale sanitario: anche in questo caso il costo della gestione della maxiemergenza è notevole, emergono elementi di stress e sofferenza tipici dell’esposizione diretta alla traumatizzazione vicaria. Storie di uomini e donne che dietro ai camici e dentro al lavoro delle corsie d’Ospedale hanno assorbito esperienze enormi e dolorose. Così, mentre si discute di una fase due per la ripartenza economica e sociale del Paese, è iniziata per mano del team di Psicologi e psicoterapeuti una analoga fase due “Oggi la resilienza, il contenimento e l’ascolto in estemporanea non bastano più – chiosa la dottoressa Bruni –. Abbiamo avviato una seconda fase di recupero psico-emotivo-relazionale di tutto il personale medico, che sarà a medio-lungo termine, sulle emozioni che ritornano, le immagini, gli odori, i rumori, le intrusioni dei ricordi, la vulnerabilità, l’allarme, gli incubi notturni.

Pubblicato: 16 Aprile 2020