Acqua pubblica e governance locale: quale futuro per il Parmense

Dettagli del comunicato:

Data:

23 Ottobre 2025

Tempo di lettura:

10 min

Acqua pubblica e governance locale: quali prospettive?” al centro del convegno promosso dal Comune di Fidenza in collaborazione con EmiliAmbiente Spa lo scorso 26 settembre a Fidenza. L’importante appuntamento ha riunito una vasta platea di amministratori, esperti e rappresentanti istituzionali per affrontare la discussione sul futuro del Servizio Idrico Integrato nella provincia di Parma. L’incontro si è posizionato come un momento di confronto strategico, con l’obiettivo dichiarato di stimolare una riflessione ponderata in vista della scadenza cruciale del 31 dicembre 2027. A quella data, la normativa nazionale impone il superamento dell’attuale frammentazione, che vede il territorio parmense gestito da tre distinti operatori (EmiliAmbiente Spa, Montagna 2000 Spa e Ireti Spa), a favore della costituzione di un unico gestore provinciale.
I lavori – moderati dal Direttore della Gazzetta di Parma, Claudio Rinaldi – si sono aperti con le parole di Don Marek Jaszczak, che ha portato i saluti del Vescovo di Fidenza Ovidio Vezzoli, e la proiezione di un breve filmato con la regia di Diego Monfredini “Altrimenti la rimpiangeremo”, prodotto nell’ambito del Progetto “Sorella Acqua” promosso dalla Diocesi di Fidenza in collaborazione con EmiliAmbiente. Il video, premiato come Miglior micro corto scuole all’ICA, ha introdotto il tema centrale del convegno: la gestione responsabile e sostenibile della risorsa idrica.

LA VISIONE POLITICA E LA STRATEGIA LOCALE:
LA VOCE DEGLI AMMINISTRATORI E DELLE IMPRESE DEL TERRITORIO

I saluti iniziali hanno visto un forte allineamento tra le posizioni degli amministratori e del tessuto imprenditoriale del territorio. Tutti hanno inquadrato il dibattito non come una contrapposizione ideologica, ma come una scelta pragmatica e di responsabilità per il futuro del territorio.
Il Sindaco di Fidenza, Davide Malvisi, ha sottolineato che l’evento rappresenta un “passo importante di conoscenza dentro un percorso che guarda alla possibilità, ma direi alla responsabilità, di provare a mantenere pubblica la gestione del servizio idrico integrato”. Malvisi vede in EmiliAmbiente, società pubblica di gestione dell’acqua, un modello già esistente e funzionale, che garantisce “trasparenza, efficienza e attenzione all’utenza”. Il momento più significativo del suo intervento è stato l’annuncio che Atersir, l’agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti, ha avviato uno studio di fattibilità per analizzare le condizioni giuridiche, tecniche ed economiche per un affidamento in-house del Servizio Idrico Integrato a un soggetto pubblico unico per l’ambito provinciale. Questo studio, ha specificato, valuterà la fattibilità giuridico-amministrativa, la stima dei valori di riscatto (RAB) delle attuali gestioni e la sostenibilità economico-finanziaria dell’intera operazione.
Il Presidente della Provincia Alessandro Fadda, a supporto del concetto, ha affermato che la gestione di un bene fondamentale come l’acqua “non si può limitare ad una contrapposizione ideologica tra sostenitori di una gestione pubblica e sostenitori di una gestione privata”. L’elemento centrale, a suo dire, deve essere “il buon operato, con investimenti e miglioramenti del servizio”, evidenziando la gestione in-house di EmiliAmbiente come un esempio di successo e ha esteso questa visione all’intenzione di proporre un’impostazione simile anche per il sistema di trasporto pubblico locale, evidenziando una strategia politica coerente a livello provinciale.

“Il dibattito esiste” ha dichiarato Michele Guerra, sindaco di Parma “Ho avuto diversi incontri con i vertici di EmiliAmbiente proprio perché è bene che questo tema diventi oggetto di condivisione, per andare in una direzione capace di garantire i cittadini rispetto al bene dell’acqua. Questo è ciò che la politica e le istituzioni devono fare oggi, a fronte di alcuni temi anche di carattere economico-finanziario e, dati alla mano, lo studio di Atersir credo ci aiuterà molto”.
“D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”: Marco Moglia, sindaco di Borgo Val Di Taro, ha iniziato il suo saluto citando Italo Calvino. “Partiamo da qui, dalle richieste dei nostri cittadini: la modalità di gestione dell’acqua è una scelta da intraprendere con senso di responsabilità e avendo cura di mantenere la prossimità con il nostro territorio, pur nelle sue differenze”.
Il Sindaco di Salsomaggiore Terme Luca Musile Tanzi ha ribadito che “l’acqua non è un servizio qualsiasi, ma un diritto e un bene primario”. La gestione in-house, ha affermato, “permette alle comunità locali di rimanere protagoniste delle scelte, orientando gli investimenti verso la sostenibilità e la qualità del servizio, piuttosto che in funzione del profitto”. Ha elogiato la capacità di EmiliAmbiente di unire efficienza e responsabilità sociale, implementando interventi per la riduzione delle perdite idriche e adottando innovazioni tecnologiche. La gestione pubblica, ha concluso, offre una visione a lungo termine essenziale per affrontare sfide epocali come il cambiamento climatico.
“Per le imprese l’acqua è una risorsa fondamentale, oltre che un costo da gestire nei propri bilanci” ha affermato Cesare Azzali, Direttore dell’Unione Parmense degli Industriali. “Per questo siamo felici di vedere oggi tanti amministratori e la politica del territorio al lavoro insieme nella costruzione di un progetto di valore per la nostra comunità, che deve condurre a una scelta chiara e consapevole nel più breve tempo possibile”.

“Il tema della governance non è soltanto un insieme di regole e procedure, ma rappresenta sempre di più la capacità delle istituzioni e delle imprese di orientare decisioni in tempi rapidi ed efficaci” ha dichiarato Pier Luigi Marchini, Prorettore dell’Università degli studi di Parma. “Questo vale in particolare per le società partecipate pubbliche, che sono chiamate a coniugare la trasparenza e la responsabilità verso i cittadini con l’efficienza gestionale e con la capacità di programmare sul lungo periodo. Decisioni lente o non coordinate rischiano di frenare lo sviluppo dei territori, mentre una governance consapevole e strategica può generare valore per tutti gli stakeholder – lavoratori, azionisti, istituzioni finanziarie, ma anche comunità locali”.
“Sono orgogliosa che la nostra Regione nel 2011 abbia scelto di costituire un’unica agenzia regolatoria su Servizio Idrico e rifiuti” ha affermato Caterina Bagni, Presidente di Atersir. “Allora abbiamo gettato le basi per costruire un ente d’ambito debitamente strutturato per affrontare con le spalle large i gestori e sostenere le scelte dei Comuni del territorio. Questo sta facendo Atersir nella fase strategica in cui ci troviamo”.
“Il nostro obiettivo non è vendere acqua, ma gestire un servizio in maniera consapevole e sostenibile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale” ha concluso Adriano Fava, Presidente di EmiliAmbiente. “Siamo legati al territorio e così vogliamo rimanere, ma l’identità di questo territorio non deve essere percepita in modo conservatore, come qualcosa di immodificabile. Dobbiamo raccogliere il meglio che la nostra storia ci ha insegnato e nel contempo evolverci, perché il mondo cambia”.

 

 

TIPOLOGIA DI GESTIONI: IL QUADRO NAZIONALE E LA “VOCE” DEI CITTADINI-UTENTI

La relazione di Vito Belladonna, Direttore di Atersir, ha delineato il necessario contesto tecnico e normativo, fornendo dati chiave e analizzando le sfide che la provincia di Parma si trova ad affrontare. Ha innanzitutto corretto una diffusa percezione sul valore economico del settore, specificando che il comparto del servizio idrico, a livello nazionale, è di notevole rilevanza economica. I dati dal Blue Book 2025 di Utilitalia, infatti, indicano un fatturato complessivo di 8,9 miliardi di euro nel 2023, con un valore aggiunto di 11 miliardi di euro e oltre 29.000 addetti. Questi numeri sono nettamente superiori al valore del mercato delle acque minerali, che ammonta a circa 3 miliardi di euro. Il quadro economico di settore si conferma solido e in crescita.
Belladonna ha quindi illustrato le diverse forme di gestione del servizio idrico a livello nazionale, dove “prevale la formula dell’in-house providing (60% della popolazione), a cui seguono gli affidamenti a società quotate (19%), gli affidamenti a società miste (16%), concessioni a terzi per il 2% e altre gestioni (tra cui i privati) attorno al 3%”. Guardando all’Emilia Romagna, tra il 2022 e il 2025 Atersir ha completato tre affidamenti con differenti modalità: “Per le province di Piacenza e Rimini tra si è proceduto con gare europee, conclusesi con l’affidamento a due società appartenenti a gruppi quotati in borsa; per il territorio di Reggio Emilia la scelta è invece ricaduta sulla gara a doppio oggetto, nella forma della società mista con la costituzione di una società veicolo pubblica – di proprietà di tutti i Comuni attraverso una preesistente società degli asset – per la quale ATERSIR ha individuato con gara europea il Socio privato operativo”. L’attenzione si sposta ora sulle sei province, tra cui Parma, i cui affidamenti sono in scadenza al 31 dicembre 2027. “Il quadro appena descritto – ha concluso a questo proposito Belladonna – conferma la neutralità dell’ente di governo d’ambito rispetto alla modalità di affidamento, che deve essere decisa dagli amministratori del territorio con il vincolo tecnico della coerenza rispetto alle forme previste dalla normativa europea e italiana. Questa rende disponibili tre opzioni – gara, gara a doppio oggetto, in-house – tra cui è possibile individuare quella più aderente alle esigenze dei territori da servire”.
Il professor Stefano Pozzoli, ordinario di Economia delle aziende ed amministrazioni pubbliche dell’Università di Napoli Parthenope, ha concentrato il proprio intervento sulla fattibilità dell’in-house rispetto alle altre forme di affidamento, evidenziando che “L’in-house è una scelta utile e realisticamente raggiungibile, lo dimostrano i fatti. È un percorso complesso, certo, perché il legislatore – a volte anche in modo contraddittorio e poco lungimirante – pone maggiori vincoli e oneri di prova sulla sua sostenibilità rispetto alla soluzione rappresentata dal mercato, ma se ci sono le condizioni concrete e la determinazione del territorio per questa scelta, non è il caso di farsi intimidire. È una strada del tutto percorribile”.
L’intervento di Fabrizio Ghidini, Presidente di Federconsumatori Emilia Romagna, ha sostenuto e argomentato la tesi per cui “la pubblicizzazione del servizio idrico integrato attraverso l’in-house, in vista della scadenza delle gestioni nel 2027, rappresenta una scelta non solo politicamente e economicamente razionale/efficiente, ma ricca di significati valoriali”. “Potremo parlare di cittadini/utenti se il gestore del servizio sarà un soggetto chiaramente riconducibile alla comunità locale, parleremo di consumatore e cliente quanto più ce ne allontaniamo; cambia la natura del rapporto, il livello di partecipazione, la possibilità/sensazione di poter dire la propria, la vicinanza. Una comunità vive di questi rapporti, che non si possono dare nelle relazioni di natura meramente commerciali”.

 

ESPERIENZE A CONFRONTO: LA TAVOLA ROTONDA DEI SINDACI

Il convegno si è concluso con una tavola rotonda tra quattro amministratori di città che hanno già intrapreso con successo un percorso di gestione in-house. Hanno partecipato il Sindaco di Massa, Francesco Persiani, il Sindaco di Lodi, Andrea Furegato, e il Sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, mentre un contributo in videoconferenza è stato offerto dal Vicesindaco di Belluno, Paolo Gamba. La presenza di questi amministratori di altri contesti – che hanno fornito dati economici e di investimenti delle proprie società a dimostrazione della sostenibilità del modello a livello provinciale e sovraprovinciale – ha offerto un’opportunità di “apprendimento condiviso”, provando che la forma in-house non è solo una possibilità teorica, ma una realtà concreta e funzionante in diverse aree del Paese.

Il convegno di Fidenza ha segnato una svolta nel dibattito sul futuro del servizio idrico parmense. Il focus si è spostato da una generica discussione politica a un’analisi concreta e tecnica delle opzioni disponibili. La decisione di avviare uno studio di fattibilità con Atersir rappresenta un passo operativo fondamentale, che fornirà il quadro giuridico ed economico necessario per tradurre la volontà politica in una proposta amministrativa solida e conforme alle normative. La sfida per la provincia di Parma è ora quella di costruire, a partire dalle esperienze positive già esistenti, un modello che assicuri continuità, qualità e sostenibilità del servizio idrico anche dopo il 2027.

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